lunedì, Giugno 16, 2025

Stellantis, Termoli in crisi passa in “secondo piano”. Mentre gli Altri Stabilimenti tengono

Il report della FIM CISL sul primo trimestre del 2025 dipinge un quadro contrastante per gli stabilimenti Stellantis in Italia. Mentre alcuni siti produttivi mostrano piccoli segnali di stabilità, a Termoli si registra una forte incertezza.

L’investimento sospeso e il confronto con Saragozza

A Termoli, l’investimento per la Gigafactory di batterie è ancora fermo. Stellantis e ACC si sono impegnate a decidere entro il primo semestre 2025 se confermare o meno il progetto. Salvo rinvii.

Nel frattempo, quanto agli investimenti sullo stesso segmento non arrivano segnali confortanti: il gruppo ha annunciato un maxi-investimento da 4,1 miliardi di euro a Saragozza, in Spagna, per produrre batterie LFP in collaborazione con la cinese CATL. E questo da l’impressione agli osservatori che il Piano su Termoli sia passato in secondo piano.

La scelta di rinviare l’impianto molisano preoccupa i 2.000 lavoratori dello stabilimento. La FIM CISL ha chiesto al Governo italiano di intervenire per garantire il futuro del sito.

Le altre fabbriche: Melfi, Cassino, Atessa e Pomigliano

Mentre Termoli attende risposte, altri stabilimenti Stellantis in Italia mostrano dinamiche diverse:

  • Melfi (PZ): Rimane un hub strategico per i modelli elettrificati. La produzione di SUV come la Jeep Compass e la nuova Lancia Ypsilon tiene alto il volume.
  • Cassino (FR): Specializzato in modelli premium (Alfa Romeo e Maserati), beneficia delle nuove motorizzazioni ibride.
  • Atessa (CH): Lo stabilimento Sevel (joint venture con PSA) continua a dominare il mercato dei furgoni con Ducato, Peugeot Boxer e Citroën Jumper.
  • Pomigliano (NA): La produzione della Fiat Panda (anche in versione ibrida) assicura stabilità, nonostante il calo delle vendite delle city car.

Atteso il cambio EDCT e 300 lavoratori

Per tamponare la crisi, Stellantis ha annunciato che dal 2026 arriverà a Termoli il nuovo cambio EDCT, che impiegherà 300 lavoratori. Tuttavia, si tratta di una misura parziale, visto che lo stabilimento rischia di perdere la produzione del motore Fire.

La FIM CISL insiste: servono garanzie sul lungo periodo. Senza la Gigafactory, Termoli rischia di diventare marginale nel piano industriale del gruppo.

Anche il confronto tra gli stabilimenti italiani mostra una realtà a due velocità. Se Melfi, Cassino e Atessa navigano in acque relativamente tranquille, Termoli è il simbolo delle incertezze sulla transizione elettrica.

La FIM CISL chiede a Stellantis e al Governo un impegno concreto per evitare che il Molise perda un tassello fondamentale del suo tessuto industriale.

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