Nonostante una crisi produttiva senza precedenti, Stellantis ha annunciato la distribuzione dei dividendi 2025. Il gruppo ha registrato un crollo della produzione del 35,5% nel primo trimestre di quest’anno, toccando livelli che non si vedevano in Italia dal 1956.
Le auto prodotte sono scese a 60.533 unità, segnando un -42,5%, mentre i veicoli commerciali si fermano a 49.367, in calo del 24,2%. Numeri drammatici che aggravano la già pesante situazione del 2024, definito un “anno nero” per l’azienda.
Lavoratori in crisi, vertici al sicuro
Tutti gli stabilimenti sono in rosso. Il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, ha lanciato l’allarme: «I dati sono allarmanti. Il calo riguarda ogni stabilimento, compreso Pomigliano d’Arco, che nel 2024 era l’unica eccezione positiva».
Mentre i lavoratori affrontano ore su ore di cassa integrazione, senza il rinnovo del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (scaduto il 31 dicembre 2024) e ottengono appena un misero premio di produzione, i vertici aziendali continuano a incassare.
Dividendi nonostante gli Utili in calo
Anche se l’utile netto 2024 si è fermato a 5,5 miliardi di euro, in calo del 70%, e il flusso di cassa industriale è stato negativo per sei miliardi, Stellantis ha proposto un dividendo di 0,68 euro per azione. Se approvato, sarà pagato il 5 maggio, dopo lo stacco previsto per il 22 aprile. Il rendimento per gli azionisti sarà comunque del 5%. Nel 2024, il dividendo era stato di 1,55 euro per azione, in crescita del 16% rispetto al 2023.
Visti i risultati e le incertezze del contesto internazionale, l’assemblea degli azionisti avrebbe potuto optare per il reinvestimento degli utili. Una scelta responsabile, che avrebbe rafforzato la solidità del gruppo e sostenuto la ripresa produttiva, invece di far uscire liquidità dalla società.
Exor ancora alla guida dei profitti
Come l’anno scorso, Exor – la holding degli Agnelli-Elkann – si prepara a incassare la propria fetta. Nel 2024 la cedola per la società era stata di 697 milioni di euro. Vedremo a quanto ammonterà quest’anno.
Il 2024 e il 2025 non saranno gli unici anni “positivi”. In quattro anni, l’ex AD Tavares ha distribuito oltre 23 miliardi di euro di utili agli azionisti, sacrificando evidentemente gli investimenti produzione, occupazione e investimenti in Ricerca e Sviluppo.
Dazi e crisi: la “tempesta perfetta”
A peggiorare il quadro, si aggiungono i dazi introdotti dagli Stati Uniti. Secondo Uliano, rappresentano «la tempesta perfetta per l’industria automobilistica europea». L’impatto colpisce in particolare la componentistica, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Il fondo UE da 2,8 miliardi di euro viene definito «inadeguato» a sostenere la sfida. Ma mentre la base lotta per il contratto, i vertici continuano a spartirsi i profitti davanti agli occhi increduli di lavoratori e osservatori internazionali.