Non si placa la tensione nelle fabbriche metalmeccaniche, soprattutto in Veneto. Dopo il caso del buono spesa da 50 euro offerto ai lavoratori padovani per non scioperare, ora esplode un nuovo scandalo a Santa Maria di Sala (Venezia).
Il caso Fiorenzato: ricorso per attività antisindacale
La Fiom Cgil di Venezia ha presentato ricorso contro la Fiorenzato Srl, storica azienda di macinatori da caffè, accusandola di attività antisindacale ai sensi dell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori.
Dopo le prime iscrizioni alla Fiom nel 2023, la direzione avrebbe messo in atto pressioni e intimidazioni sui dipendenti sindacalizzati. Secondo la denuncia, la dirigenza avrebbe convocato i lavoratori uno ad uno per scoraggiarli dal mantenere la tessera sindacale.
Nonostante il clima difficile, era stata eletta una RSU e avviate trattative su premio di risultato e buoni pasto. Trattative che però si sono arenate, in un contesto sempre più ostile.
La “guerra” sui buoni pasto
Il momento più grave, secondo la Fiom, riguarda proprio i buoni pasto. Sarebbe stata diffusa la voce che i ticket sarebbero stati concessi solo a chi avesse restituito la delega sindacale.
Frasi come “Finché ci sarà un solo iscritto alla Fiom, i ticket non saranno riconosciuti a nessuno” avrebbero aggravato la tensione, facendo crollare il numero degli iscritti.
Il risultato è stato lo scioglimento della rappresentanza interna e l’interruzione delle trattative sindacali.
Offerte unilaterali per evitare aumenti veri
Questi episodi rivelano una strategia ben precisa: evitare veri accordi aziendali, preferendo offerte unilaterali come buoni spesa o buoni pasto, con l’obiettivo di “comprare” la buona volontà dei lavoratori con poche decine di euro.
Un modo per evitare aumenti salariali strutturali o premi aziendali veri, legati alla produttività e negoziati con il sindacato.
Dopo il caso dei 50 euro a Padova, anche alla Fiorenzato emerge il tentativo di aggirare il confronto sindacale, puntando su incentivi individuali, perfettamente finalizzati ad allontanare il sindacato. Nel primo caso l’adesione allo sciopero, nel secondo caso la sindacalizzazione e il riconoscimento della rappresentanza.
Un clima esasperato dal blocco nazionale
Il clima generale non aiuta. A livello nazionale, i rapporti tra Federmeccanica e sindacati sono congelati, con il contratto scaduto e 32 ore di sciopero proclamate.
La tensione nazionale si riversa nelle fabbriche, dove ogni trattativa aziendale diventa più difficile. L’assenza di un rinnovo contrattuale e il clima di scontro esasperano le relazioni industriali.
Il rischio è che si moltiplichino casi di comportamenti antisindacali e di offerte unilaterali, con gravi conseguenze sulla libertà sindacale e sulla qualità della contrattazione.