Forza Italia ha depositato una proposta di legge che punta a sostenere i lavoratori attraverso una detassazione totale degli aumenti salariali previsti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali. A presentarla è il deputato Maurizio Casasco, responsabile economico del partito, che parla di una misura valida per tre anni, pensata per rilanciare la contrattazione e dare più potere d’acquisto alle famiglie.
L’esenzione riguarderà sia le imposte sul reddito che i contributi previdenziali. L’agevolazione si applicherà solo agli aumenti riconosciuti dopo l’entrata in vigore della legge.
Niente tasse, più netto per i lavoratori
Secondo Forza Italia, la misura garantirà stipendi più alti senza incidere sui conti pubblici. Le imprese non dovranno versare contributi sugli aumenti retributivi, e i lavoratori vedranno crescere il netto in busta paga. Tutto quello che arriverà dai CCNL, a titolo di aumenti del salario tabellare, andrà così direttamente nelle tasche dei lavoratori.
Una vera novità nel panorama sindacale e fiscale italiano. Il partito definisce l’intervento una “manovra ponte”, pensata per colmare la distanza tra inflazione reale e aumenti contrattuali. In passato provvedimenti simili erano andati solo a sostegno del salario di produttività o compensi per straordinario/notturno o festivo.
De Palma (Fiom): “Il problema è che gli aumenti finiscono in tasse”
Il disegno di legge arriva dopo mesi di appelli da parte dei sindacati, sia Cgil, Cisl, Uil, che le diverse sigle categoria. Più di recente, in occasione dei festeggiamenti del 1° maggio, Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil, aveva chiesto in diretta su Rai 3 durante il talk show televisivo Agorà un sostegno in questa direzione.
«Io vorrei un intervento del Governo – aveva dichiarato in diretta tv – che sostenga la contrattazione e ci dica: detassiamo gli aumenti del contratto nazionale». De Palma aveva espresso preoccupazione perchè, negli ultimi anni, anche se i salari sono saliti per effetto del contratto nazionale, gran parte degli aumenti come i 311 euro erogati fino a giugno 2024, sono stati assorbiti dalla pressione fiscale.
Contratto metalmeccanici: trattativa ferma e 32 ore di sciopero
Nel frattempo, la vertenza per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è ancora al palo. Le trattative con Federmeccanica-Assistal non hanno prodotto avanzamenti concreti e il malcontento tra i lavoratori è cresciuto. Tra dicembre 2024 e aprile 2025 sono già state effettuate 32 ore complessive di sciopero nazionale.
Il nodo resta sempre lo stesso: aumenti insufficienti a fronte dell’inflazione e nessuna apertura sul fronte normativo e salariale.
A giugno arriva l’IPCA: ma l’aumento potrebbe essere minimo
Tutti aspettano i dati IPCA al netto degli energetici importati, che a giugno 2025 stabiliranno gli aumenti minimi per il contratto. Secondo Federmeccanica, in base alle proiezioni elaborate un anno fa dall’ISTAT, l’incremento dovrebbe aggirarsi intorno ai 40 euro.
Ma fonti sindacali contattate da Metalmeccanici News, aggiornando i calcoli con l’inflazione reale, stimano che l’aumento potrebbe essere persino inferiore, aprendo così a nuovi scontri tra le parti e aumentando la tensione sulla tenuta del tavolo negoziale.