Con l’arrivo dell’estate e l’innalzarsi delle temperature, diverse Regioni italiane si stanno attrezzando per proteggere la salute dei lavoratori esposti al sole. Le ordinanze regionali anti-caldo vietano il lavoro all’aperto nelle ore più critiche della giornata e impongono misure organizzative per ridurre i rischi legati allo stress termico.
Quattro Regioni con ordinanza: Puglia, Lazio, Calabria e Umbria
Negli ultimi giorni, Puglia, Lazio, Calabria e Umbria hanno approvato provvedimenti specifici per limitare l’attività lavorativa nei settori più esposti alle ondate di calore. Il divieto si applica nei giorni in cui il sistema nazionale Worklimate segnala un livello di rischio “alto” per i lavoratori esposti al sole e impegnati in mansioni faticose.
La fascia oraria a rischio è quella compresa tra le 12:30 e le 16:00, considerata la più critica per esposizione solare e sforzo fisico.
I settori coinvolti: cantieri, impianti, agricoltura e cave
I settori interessati dalle ordinanze sono:
- Cantieri edili
- Installazione e manutenzione impianti
- Agricoltura, forestale e florovivaismo
- Attività in cave, miniere e cantieri scoperti
In questi ambienti, l’esposizione diretta al sole e il carico fisico rendono i lavoratori particolarmente vulnerabili al colpo di calore, alla disidratazione e ad altri effetti del caldo intenso.
Puglia: stop immediato e misure obbligatorie per i datori di lavoro
L’ultima ordinanza in ordine di tempo è quella firmata dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Il provvedimento è efficace da subito e resterà valido fino al 31 agosto 2025.
Oltre al divieto nelle ore centrali, l’ordinanza impone ai datori di lavoro:
- Anticipo degli orari di inizio attività
- Aumento delle pause in zone ombreggiate
- Distribuzione di acqua fresca
- Fornitura di indumenti idonei al caldo
- Rotazione dei turni per ridurre l’esposizione
In alcuni territori del Salento, diversi Comuni si erano già mossi in anticipo, introducendo ordinanze locali contro il lavoro nelle ore più calde, soprattutto per proteggere i braccianti agricoli.
Sorveglianza speciale per i lavoratori fragili
Le ordinanze regionali pongono particolare attenzione alle categorie più vulnerabili: anziani, migranti, donne in gravidanza e persone con patologie croniche. Per loro è prevista sorveglianza sanitaria dedicata, affidata ai medici competenti aziendali.
Le misure adottate confermano un orientamento chiaro: la salute dei lavoratori viene prima di tutto, soprattutto in un contesto climatico sempre più estremo e imprevedibile.
Sindacati in pressing nelle altre Regioni: “Serve estendere anche alla logistica”
Nelle altre Regioni ancora ferme, la pressione sindacale è crescente. I sindacati stanno chiedendo con forza l’adozione di misure analoghe per fermare il lavoro all’aperto nei picchi di calore, ma anche per includere i lavoratori della logistica, che spesso operano in magazzini e piazzali privi di climatizzazione e sotto il sole.
La richiesta è forte in particolare in Sicilia ed Emilia-Romagna, due territori dove l’intensità del caldo e la diffusione di attività logistiche e agricole rendono urgente un intervento.