Il Governo mette mano all’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori. È la norma che stabilisce quando un’azienda può usare impianti o strumenti da cui derivi un controllo a distanza sui dipendenti.
La modifica, prevista dal DDL Semplificazioni approvato dal Consiglio dei Ministri, toglie dal comma 1 la frase “per la sicurezza del lavoro” e, al comma 2, aggiunge che non serve accordo sindacale per installare strumenti, dispositivi e attrezzature destinati a tutelare o migliorare la salute e la sicurezza.

Un passaggio che sposta l’equilibrio tra datori di lavoro e rappresentanze sindacali, come prontamente denunciato dalla UIL in un comunicato. Ma vediamo le conseguenze.
Controlli più facili se motivati con la sicurezza: modifica all’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori
Oggi telecamere, sensori e sistemi di monitoraggio richiedono, quasi in tutti i casi, un’intesa con le RSU o l’autorizzazione dell’Ispettorato.
Con la nuova regola, se lo strumento serve per ragioni di sicurezza, l’azienda può introdurlo senza negoziarlo con i sindacati o senza autorizzazione dell’Ispettorato.
Basterà informare i lavoratori e rispettare le norme sulla privacy.
Il confine tra “prevenzione” e “controllo della produttività” diventa però più sottile e sarà qui che si giocheranno molte partite sindacali.
Esempi concreti in fabbrica e magazzino
Nel settore metalmeccanico – solo per fare un esempio – un’azienda potrà installare videocamere puntate su presse e isole robotizzate per verificare il rispetto delle distanze di sicurezza, senza bisogno di accordo.
Potrà distribuire caschi intelligenti con sensori anti-collisione o braccialetti che segnalano quando un operatore entra in un’area vietata.
Nella logistica distributiva, il via libera varrà per GPS sui furgoni o sui muletti, sistemi di visione per rilevare “quasi incidenti” in banchina, telecamere sulle baie di carico per monitorare ancoraggi e movimentazioni.
I rischi di un utilizzo distorto da parte dei Datori di lavoro
Le tecnologie H&S possono ridurre infortuni e incidenti. Ma gli stessi dati potrebbero essere usati per valutare le prestazioni o sanzionare comportamenti, se l’informativa lo prevede.
Senza garanzie chiare, il passo dalla tutela alla sorveglianza continua è breve.
Le RSA o le RSU dovranno chiedere maggiore trasparenza sui reali obiettivi aziendali, verificare le finalità e vigilare sul rispetto di privacy e proporzionalità. Perché una telecamera contro gli infortuni non deve diventare un occhio puntato sulla produttività.


