Lunedì 22 settembre il sistema dei trasporti italiani si fermerà quasi del tutto. Lo sciopero nazionale indetto da USB e altre sigle sindacali coinvolgerà treni, bus, tram e metropolitane, con conseguenti disagi per chi dovrà recarsi in fabbriche, officine e uffici. La mobilitazione rischia di bloccare fino a un mezzo su tre, secondo i dati delle adesioni ai precedenti scioperi.
Treni fermi e fasce garantite
Il personale del Gruppo FS, Trenitalia, Trenord e Trenitalia Tper incrocerà le braccia dalle 00:00 alle 23:00. Saranno garantiti solo i collegamenti essenziali dei regionali nelle fasce 6:00-9:00 e 18:00-21:00, mentre per i treni a lunga percorrenza è stato pubblicato l’elenco delle corse assicurate. A rischio cancellazioni anche le corse prima e dopo l’orario di sciopero.
Dallo sciopero dei treni è escluso il personale della regione Calabria che ha già attivato un’altra iniziativa di protesta in un’altra data.
Bus, metro e tram in tilt a Roma, Milano e Napoli
A Roma lo stop durerà 24 ore su tutta la rete Atac, con fasce garantite 5:00-8:29 e 17:00-19:59. A Milano ATM ha comunicato che i mezzi non saranno garantiti dalle 8:45 alle 15:00 e dalle 18:00 a fine servizio. A Napoli, Anm aderisce con sciopero dalle 3:01 del 22 alle 3:00 del 23 settembre: bus e tram saranno regolari solo 5:30-8:30 e 17:00-20:00. La metro Linea 1 fermerà a metà mattina e riprenderà nel pomeriggio fino alle 19:42, mentre la Linea 6 e le funicolari seguiranno orari ridotti senza prolungamenti serali.
Smart working e traffico privato come soluzioni
Per il personale impiegatizio non è escluso che molte aziende ricorrano allo smart working per limitare i disagi. Situazione più difficile per i lavoratori trasfertisti e per chi deve spostarsi sulle principali arterie stradali. Con la riduzione del trasporto pubblico, molti saranno costretti a usare l’auto privata, aumentando il traffico e i tempi di percorrenza. Il lunedì rischia quindi di trasformarsi in una giornata nera per la mobilità e per la produttività.


