Il rinnovo del CCNL Metalmeccanici entra nella fase più delicata. La volontà degli industriali è ormai chiara: arrivare alla firma prima del 12 dicembre, giorno dello sciopero generale proclamato dalla CGIL e a cui ha aderito anche la FIOM.
Una chiusura anticipata consentirebbe a Federmeccanica e Assistal di neutralizzare l’effetto della mobilitazione e ridurre il rischio di un’adesione massiccia nelle fabbriche. Ricordiamo anche che queste mobilitazioni sono precedute da ondate di ore di assemblee, che le aziende vorrebbero evitare. Tuttavia, il fronte delle imprese non è uniforme: le grandi aziende temono lo sciopero molto più delle piccole, che con poche decine di dipendenti vivono una pressione decisamente inferiore.
Obiettivo: firma prima dell’8 dicembre
I tre incontri fissati per la prossima settimana — 19, 20 e 21 novembre — saranno cruciali, ma non ancora risolutivi. Al tavolo si farà il punto su orario, appalti, mercato del lavoro e soprattutto sulla cornice generale dell’intesa. Le prime mediazioni definiranno la strada anche per l’aumento retributivo. L’idea che circola nelle delegazioni è quella di utilizzare questi tre giorni per definire l’impianto complessivo, per poi chiudere prima dell’8 dicembre.
Questa data consentirebbe alle parti di arrivare alla firma prima della festività dell’Immacolata, lasciando alle imprese il margine necessario per un annuncio ufficiale che indebolisca la spinta verso lo sciopero del 12. Un tempismo che per la parte datoriale è strategico.
Grandi imprese in allerta, piccole più tranquille
La pressione a chiudere in anticipo non è omogenea. Nelle associazioni confindustriali vivono diverse anime, due in particolare.
- Le grandi aziende temono ripercussioni produttive e – in un certo senso “reputazionali” – da un’alta adesione allo sciopero.
- Le piccole imprese, spesso con organici ridotti, vivono invece una preoccupazione minore e non spingono con la stessa forza per accelerare il negoziato.
Questa differenza interna pesa nelle dinamiche federative e influenza la velocità con cui le associazioni datoriali possono muoversi.
La detassazione al 5% come leva per chiudere
Un altro elemento che spinge verso una firma rapida è la detassazione al 5% sugli aumenti contrattuali prevista dalla Manovra. Firmare entro dicembre permetterebbe ai lavoratori di beneficiare già da gennaio 2026 dell’agevolazione fiscale, aumentando l’appeal dell’intesa e rafforzando la posizione del tavolo.
Tra calcoli politici, strategia industriale e pressioni sindacali, le prossime settimane saranno decisive, ma non ancora conclusive, per il futuro del contratto dei 1,6 milioni di metalmeccanici.
(in foto di copertina il Presidente di Federmeccanica Simone Bettini)


