Le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 29 aprile 2025 a Latina, in occasione della Festa del Lavoro, si inseriscono con forza nel dibattito sul lavoro e sui salari. Messe a confronto con la situazione della vertenza per il rinnovo del ccnl metalmeccanici evidenziando una marcata contrapposizione alla linea espressa da Federmeccanica-Assistal. Pur non intervenendo direttamente nella vertenza dei metalmeccanici né menzionando settori specifici, il Capo dello Stato ha richiamato l’attenzione nazionale su una realtà che contraddice quanto sostenuto dagli industriali solo poche settimane prima.
Federmeccanica: “Salari sopra l’inflazione”. Ma il contratto è scaduto da quasi un anno
Il 7 aprile 2025, Federmeccanica e Assistal hanno diffuso un comunicato per rispondere, indirettamente, ai dati pubblicati dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), secondo cui l’Italia è tra i pochi Paesi europei in cui i salari reali restano inferiori a quelli del 2008.
Secondo gli industriali della metalmeccanica e della installazione impianti, invece, nello stesso arco temporale – 2008-2024 – le retribuzioni nominali sarebbero aumentate del 45%, contro un’inflazione del 31%, con un guadagno reale di circa il 10%.
Una tesi ottimistica, che tuttavia stride con il malcontento diffuso tra i lavoratori del settore. Dopo lo sciopero nazionale del 28 marzo, indetto da Fim, Fiom e Uilm per il rinnovo del contratto nazionale, Federmeccanica ha cercato di ridimensionare la mobilitazione, sostenendo che le adesioni non avrebbero raggiunto nemmeno il 30%. Una lettura contestata dai sindacati, che denunciano la paralisi del negoziato e il ritardo inaccettabile: il contratto è scaduto il 30 giugno 2024 e i lavoratori attendono da dieci mesi il rinnovo.
Nel frattempo, tra dicembre 2024 e maggio 2025, i metalmeccanici hanno già perso 32 ore di salario a causa degli scioperi. Una perdita economica che si aggiunge a una dinamica salariale giudicata da molti stagnante o regressiva, a fronte di una produttività che invece cresce.
Mattarella: “Salari reali ancora sotto i livelli del 2008”
Ed è proprio qui che interviene la voce del Quirinale. Parlando davanti ai lavoratori della BSP Pharmaceuticals, azienda chimico-farmaceutica di Latina, Mattarella ha denunciato la questione salariale come una delle principali urgenze del Paese, pur senza riferirsi direttamente alla categoria metalmeccanica.
Citando il rapporto ILO, ha detto chiaramente: “L’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, con salari reali inferiori a quelli del 2008”, precisando che “la produttività è cresciuta a partire dal 2022”. Una valutazione che smentisce punto per punto la narrazione di Federmeccanica e Assistal, le due organizzazioni datoriali che firmato il ccnl con Fim-Fiom-Uilm.
“Salari inadeguati sono un grande problema, una grande questione per l’Italia” ha aggiunto il Presidente, collegando il tema anche al calo demografico e all’emigrazione dei giovani qualificati. “Questi fenomeni impoveriscono il nostro capitale umano”, ha detto, sottolineando come la giustizia salariale sia decisiva per la coesione sociale e la valorizzazione del lavoro.