martedì, Settembre 2, 2025

Contratto Metalmeccanici: “280€ di Aumento e Orario Ridotto, ma Senza Tasse”

La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici è ferma da mesi. I sindacati chiedono aumenti reali in busta paga, ma le imprese fanno muro. Per la UILM, guidata da Rocco Palombella, la chiave per sbloccare l’impasse è la detassazione degli aumenti contrattuali: senza interventi sul cuneo fiscale, anche i miglioramenti economici rischiano di essere vanificati dalle tasse.

Il contratto dei metalmeccanici è bloccato

Il contratto è scaduto il 30 giugno 2024. Da allora, i sindacati – in particolare UILM, FIM e FIOM – hanno presentato una piattaforma unitaria che punta a migliorare salario, orario e diritti. Tuttavia, le controparti datoriali (Federmeccanica e Assistal) hanno fatto proposte ritenute insufficienti.

Uno dei punti centrali della piattaforma UILM è la detassazione degli incrementi salariali previsti dal contratto nazionale.

Rocco Palombella, segretario della UILM, spiega chiaramente la richiesta: “Bisogna detassare gli aumenti salariali derivanti dai rinnovi contrattuali. È una proposta concreta che serve a sbloccare le trattative.” La proposta, sabato scorso, è arrivata direttamente al Ministro del Lavoro Marina Calderone, che si è limitata solo a registrare l’istanza sindacale. Peraltro portata avanti da tanto tempo.

In pratica, la UILM chiede al Governo un intervento normativo che permetta ai lavoratori di ricevere gli aumenti pieni, senza perdere parte dell’incremento in tasse e contributi. Recuperando quindi più soldi possibili.

Gli altri punti della piattaforma: 280 euro e 35 ore

Insieme alla detassazione, la UILM propone:

  • 280 euro di aumento medio nel triennio 2024–2027;
  • Riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali, a parità di salario;
  • Più tutele su salute, sicurezza e formazione continua;
  • Interventi su parità di genere e inclusione.

Palombella ha aggiunto:

Non possiamo accettare di rinnovare un contratto senza indicare la cifra degli aumenti salariali. Per noi bisogna rivalutare l’efficacia dell’Ipca al netto dei beni energetici nel difendere realmente i salari dei lavoratori, in una situazione di inflazione record. L’incontro del 26 giugno tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria potrebbe agevolare in questa direzione”.

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