Nella busta paga di settembre 2025 i lavoratori metalmeccanici troveranno il bonus fiscale, introdotto dalla Legge di Bilancio 2025 come riduzione del cuneo. La misura ha sostituito l’esonero contributivo che era in vigore fino al 2024 e ora garantisce un accredito mensile stabile fino a che non varia la retribuzione.
Il bonus decorre dal 1° gennaio 2025 e non richiede alcuna domanda: viene riconosciuto in automatico dal datore di lavoro. L’unico adempimento richiesto è la compilazione e consegna di un’autodichiarazione con cui il dipendente accetta l’applicazione dell’agevolazione. Gran parte dei lavoratori hanno compilato e consegnato questa autodichiarazione nei primi mesi del 2025.
A chi spetta
Il beneficio riguarda tutti i lavoratori dipendenti con reddito complessivo annuo fino a 40.000 euro. Spetta anche a chi ha un contratto a tempo determinato e ai part-time. Restano esclusi i dirigenti e i redditi oltre soglia. L’importo lordo massimo è pari a 83,33 euro al mese, cioè 1.000 euro l’anno che spetta a coloro che rientrano nella fascia reddituale: 20.001 – 32.000 euro. Gli importi in tabella devono intendersi netti:

L’importo cambia dunque in base al reddito del dipendente.
L’importo si azzera a 40.000 euro
Il valore del bonus non è uguale per tutti. Dipende dalle fasce di reddito fissate dalle nuove aliquote fiscali. Sopra la soglia dei 32.000 euro l’importo del Bonus si riduce progressivamente fino ad azzerarsi a quota 40.000 euro annui. Per chi ha redditi più bassi il beneficio resta comunque presente, ma con un calcolo differenziato. In media, un metalmeccanico percepisce circa 60 euro netti in più ogni mese.
Compatibilità con il Trattamento Integrativo
Il bonus fiscale convive con il Trattamento Integrativo (ex Bonus Renzi). Chi guadagna fino a 15.000 euro l’anno riceve entrambi i benefici direttamente in busta paga. Per i redditi tra 15.001 e 28.000 euro, invece, il Trattamento Integrativo spetta solo se l’imposta lorda supera le detrazioni. In questi casi può risultare più conveniente farselo riconoscere a conguaglio fiscale, piuttosto che mese per mese, onde evitare spiacevoli conguagli Irpef a debito.


