La detassazione degli aumenti portati dai rinnovi dei contratti, presentata dal Governo come una delle misure principali della Legge di Bilancio 2026, rischia di avere un impatto molto più limitato del previsto nel settore metalmeccanico.
Il problema sta nei requisiti fissati dal provvedimento, che prevedono un tetto di reddito annuo massimo di 28.000 euro per accedere allo sconto fiscale del 5% sugli aumenti contrattuali.
Una soglia che lascia esclusi migliaia di lavoratori con redditi anche solo leggermente superiori.
Il limite di reddito taglia fuori una parte importante dei lavoratori
La misura si applica solo agli aumenti salariali dei contratti rinnovati nel biennio 2025-2026, e questo significa che non tutti i lavoratori metalmeccanici potranno usufruirne.
Nel complesso, considerando i principali tre CCNL del settore (CCNL Unionmeccanica Confapi, CCNL Federmeccanica-Assistal e il CCNL delle aziende artigiane) si stima che almeno un milione di lavoratori non riceveranno alcun vantaggio dalla detassazione sui rinnovi contrattuali.
La posizione della Fim-Cisl: “Misura positiva, ma il tetto va alzato”
A commentare la misura è stato Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim-Cisl, che ha espresso un giudizio equilibrato: la detassazione del 5% è “importante e significativa” perché riconosce il valore dei rinnovi contrattuali, ma il limite di reddito fissato dal Governo è troppo basso.
Uliano, in un’intervista a Termolionline.it, ha spiegato che il sindacato è già in contatto con i rappresentanti della maggioranza per chiedere una soglia più alta (si parla di 40.000 euro), che permetta anche ai lavoratori con redditi sopra i 28.000 euro di beneficiare dello sconto fiscale. “Vogliamo che anche i lavoratori con redditi sopra i 28mila euro possano beneficiare della detassazione”, ha spiegato il leader di Fim-Cisl.
Cosa potrebbe cambiare nei prossimi mesi
Secondo la Fim-Cisl, l’obiettivo è rendere la misura davvero inclusiva, perché oggi rischia di premiare solo una parte dei lavoratori.
Alzare la soglia di reddito significherebbe estendere la detassazione anche ai profili più qualificati e ai livelli medi, che rappresentano una quota importante del settore metalmeccanico.
Nei prossimi mesi sarà decisivo capire se il Governo accoglierà la proposta dei sindacati e modificherà i parametri della misura in sede di approvazione definitiva della Legge di Bilancio.


