Quando un lavoratore metalmeccanico viene a mancare mentre il rapporto di lavoro è ancora in corso, la legge stabilisce regole precise su come devono essere gestite le somme maturate.
In questo articolo analizziamo cosa succede in questi casi: quali spettanze vengono riconosciute, a chi spettano e come devono essere liquidate.
Decesso del lavoratore metalmeccanico: cosa prevede la legge
Al decesso di un lavoratore metalmeccanico in costanza di rapporto di lavoro, il contratto si interrompe automaticamente per causa di forza maggiore.
Ma la legge non lascia soli i familiari: l’articolo 2122 del Codice civile stabilisce che una parte delle somme maturate dal lavoratore deve essere corrisposta direttamente ai superstiti, senza attendere l’apertura della successione ereditaria.
Il testo recita:
“In caso di morte del prestatore di lavoro, le indennità spettanti devono essere corrisposte, nell’ordine, al coniuge, ai figli e, se vivevano a carico del prestatore di lavoro, ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo.”
In pratica, alcune somme vengono riconosciute immediatamente ai familiari più stretti, mentre altre entrano a far parte dell’eredità e seguono le normali regole successorie.
Decesso del lavoratore metalmeccanico: due categorie di somme
Per capire nel dettaglio come vengono gestite le somme maturate dal lavoratore deceduto, è necessario distinguere tra due categorie:
- Somme “iure proprio”, cioè quelle che la legge riconosce direttamente ai familiari superstiti;
- Somme “iure successionis”, che invece fanno parte del patrimonio ereditario del lavoratore e devono essere richieste attraverso la dichiarazione di successione.
Questa distinzione è fondamentale, perché determina chi ha diritto a ricevere le somme, quali documenti servono e come vengono tassate.
Decesso del lavoratore metalmeccanico: le somme “iure proprio” spettano subito ai familiari
Le somme “iure proprio” rappresentano una tutela diretta per la famiglia del lavoratore metalmeccanico.
Non fanno parte dell’eredità e non richiedono alcuna accettazione della successione.
Il datore di lavoro deve liquidarle direttamente agli aventi diritto, una volta verificata la documentazione.
Rientrano in questa categoria le seguenti somme:
- Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) maturato fino alla data del decesso;
- L’indennità sostitutiva del preavviso, se prevista dal contratto;
- Eventuali indennità aggiuntive o premi di morte previsti dal CCNL Metalmeccanici Industria o da accordi aziendali.
Somme “iure proprio” a chi spettano?
Secondo l’art. 2122 c.c., le somme spettanti “iure proprio” spettano nell’ordine a:
- Il coniuge superstite;
- I figli;
- I parenti entro il terzo grado o gli affini entro il secondo, se vivevano a carico del lavoratore.
Se non sono presenti i familiari indicati dall’articolo 2122 del c.c., le somme vengono ricomprese nell’ereditàe spettano agli eredi legittimi o testamentari, secondo le regole della successione ordinaria..
Ricordiamo che queste regole si applicano solo in caso di decesso del lavoratore mentre il rapporto di lavoro è ancora in corso, e non quando il decesso avviene dopo la cessazione del rapporto.
Decesso del lavoratore metalmeccanico: le somme “iure successionis” fanno parte dell’eredità
Oltre alle somme spettanti “iure proprio”, esistono altri crediti che facevano già parte del patrimonio del lavoratore al momento del decesso e che quindi entrano nell’asse ereditario:
- Stipendio non ancora corrisposto;
- Ratei di tredicesima e quattordicesima mensilità;
- Ferie e permessi maturati e non goduti;
- Premi di risultato, incentivi o straordinari maturati e non liquidati;
- Altri crediti verso l’azienda ancora da saldare.
In questi casi, gli eredi devono accettare l’eredità (anche tacitamente) e presentare la dichiarazione di successione.
Decesso del lavoratore metalmeccanico: come vengono tassate le somme
Il trattamento fiscale delle somme varia in base alla loro natura giuridica:
- Le somme “iure proprio” (TFR e indennità di preavviso) sono soggette a tassazione separata in capo al lavoratore deceduto.
Gli eredi le ricevono già al netto delle imposte e non sono soggette nell’imposta di successione. - Le somme “iure successionis” (stipendi, ferie, premi, ratei) sono invece tassate in capo agli eredi, con una ritenuta del 23%, come previsto dall’art. 24 del TUIR e sono soggette a imposta di successione.
Decesso del lavoratore metalmeccanico: la dichiarazione di successione e i termini per presentarla
Come abbiamo spiegato fino ad ora, in caso di decesso di un lavoratore in costanza di rapporto, una parte delle somme maturate come stipendi non pagati, ferie residue, ratei di mensilità aggiuntive o premi di risultato, rientrano nell’ asse ereditario e devono risultare in dichiarazione di successione ereditaria. La dichiarazione di successione è un adempimento fiscale che deve essere presentato entro 12 mesi dalla data del decesso e serve a comunicare all’Agenzia delle Entrate tutti i beni, i crediti e le somme che entrano a far parte dell’eredità.
Solo dopo la presentazione della dichiarazione, gli eredi possono procedere alla riscossione di queste somme.


