Il primo semestre 2025 di Stellantis si chiude con dati pesanti, che mettono a rischio il premio di risultato previsto dal Contratto collettivo specifico di Lavoro, rinnovato il 6/6/2025. Il gruppo ha registrato ricavi netti per 74,3 miliardi di euro, in calo del 13% rispetto agli 85 miliardi del 2024.
Ancora più significativo il passaggio da un utile netto di 5,6 miliardi a una perdita di 2,3 miliardi. È un quadro che impatta direttamente sui parametri del premio e che preoccupa i sindacati.
Ricavi in calo e margini ai minimi
La contrazione si riflette anche sull’Adjusted Operating Income (AOI), sceso a soli 540 milioni di euro con margine dello 0,7%, ben lontano dagli 8,5 miliardi e dal 10% del 2024. In Europa il risultato operativo è stato “prossimo allo zero”, come confermato durante l’incontro sindacale. Si tratta di un dato che rende evidente la fragilità del mercato e la difficoltà di sostenere le performance rispetto agli anni passati.
Le cause della flessione
Il calo è attribuito a vari fattori che si intrecciano. Le vendite sono diminuite in Nord America ed Europa, mentre i cambi valutari hanno inciso negativamente sui bilanci.
A questo si sono aggiunti costi industriali più alti e dazi negli Stati Uniti stimati in 300 milioni di euro. Non va dimenticato il peso degli oneri straordinari, quantificati in circa 3,3 miliardi, legati a cancellazioni di programmi, svalutazioni e ristrutturazioni. Questo mix di elementi ha contribuito al crollo dei margini e alla perdita complessiva.
Le richieste dei sindacati
Di fronte a questa situazione, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr – in un comunicato unitario del 22 settembre 2025 – avvertono che, senza un’inversione di tendenza nel secondo semestre, gli indicatori non consentiranno alcuna erogazione del premio di risultato. E chiedono di saperne di più sulle intenzioni della dirigenza a proposito di investimenti e occupazione.
L’azienda ha assicurato che sono in corso misure correttive, con l’Italia che attende i lanci delle nuove ibride a Melfi e Mirafiori. Tuttavia, i sindacati chiedono un incontro urgente con l’amministratore delegato Antonio Filosa, per chiarire le strategie future. In mancanza di una risposta rapida, annunciano che valuteranno azioni di mobilitazione.


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