Nel settore metalmeccanico la trattativa è ancora in alto mare, ma intanto i chimici mettono a segno una doppietta da record. In appena 24 ore, il 15 e 16 aprile, Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil hanno chiuso due rinnovi contrattuali di grande peso: quello per energia e petrolio (40 mila addetti) e quello per chimica e farmaceutica (180 mila lavoratori).
Per i metalmeccanici di industria e PMI, rappresentati da Fim, Fiom e Uilm, è un confronto fermo. A nulla sono servite finora le otto ore di sciopero proclamate ad aprile, articolate in blocchi di due ore.
Sul tavolo la richiesta unitaria di 280 euro di aumento al livello C3. Una cifra non così distante da quella ottenuta dai chimici. Ma la distanza tra le parti resta netta: Federmeccanica e Assistal rifiutano aumenti certi, puntando tutto sulla clausola di garanzia legata all’indice IPCA depurato, aggiornato da Istat ogni giugno.
330 euro nel Petrolio, 294 nella Chimica: sindacati chimici velocissimi
Nel contratto energia e petrolio, rinnovato a contratto scaduto (dicembre 2024), è stato concordato un aumento complessivo di 330 euro sul TEC. Di questi, 134 euro vanno al recupero dell’inflazione, mentre il resto è distribuito in diverse tranche fino a luglio 2027. Il montante complessivo supera i 9.000 euro nel triennio. Miglioramenti anche per il welfare: 5 euro in più sul fondo sanitario FASiE, riduzione dell’orario di lavoro, tutele rafforzate per i lavoratori fragili e ruolo rafforzato dei RLS.
Il giorno dopo, il 16 aprile, è arrivato anche l’accordo per il rinnovo del CCNL chimico-farmaceutico. L’aumento complessivo è di 294 euro al livello D1, comprensivo dell’anticipo versato nel gennaio 2024. Confermato il meccanismo di verifica dell’inflazione e l’uso dell’Elemento Distinto della Retribuzione (EDR) come strumento compensativo.
Metalmeccanici fermi: l’esempio chimico pesa sul tavolo?
Il confronto è inevitabile. I chimici portano a casa aumenti certi, veloci, consistenti, in settori strategici come energia e farmaceutica, ma anche il manufatturiero chimico. I 280 euro richiesti dai metalmeccanici sembrano oggi più che ragionevoli, ma la controparte resiste.
La strategia di Federmeccanica appare sempre più isolata, mentre la categoria chimica conferma la sua capacità di ottenere risultati concreti in tempi rapidi, grazie a relazioni industriali efficaci e moderne. Intanto la mobilitazione dei metalmeccanici prosegue, con presìdi, assemblee e nuovi scioperi.