Il futuro di Iveco torna al centro del dibattito politico e sindacale. Dopo le indiscrezioni su una possibile cessione del comparto automotive a Tata Motors e della divisione difesa a Leonardo, crescono le preoccupazioni nei territori dove il gruppo è presente con cinque stabilimenti e oltre 14mila lavoratori in Italia.
A sollevare per primi il caso sono stati i deputati del Partito Democratico, seguiti poi dalla Lega con un’interrogazione formale rivolta al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. L’obiettivo comune: ottenere chiarezza sulle trattative in corso e garanzie occupazionali per i lavoratori coinvolti.
Urso: “A settembre il tavolo con Tata e Iveco, tuteleremo l’occupazione”
Dal ministro sono arrivate risposte concrete. In aula, Urso ha confermato l’impegno del Governo per la salvaguardia dei posti di lavoro e delle competenze industriali italiane. Il primo tavolo con aziende e parti sociali si è già svolto il 31 luglio.
Ma il confronto vero e proprio ripartirà a settembre, con la riconvocazione del tavolo presso il MIMIT. Saranno presenti anche i vertici di Tata Motors e Iveco, per un confronto diretto sul futuro degli stabilimenti italiani e delle produzioni coinvolte nella trattativa.
Golden Power come opzione per difendere l’industria strategica
Nel pacchetto di strumenti a disposizione del Governo figura anche il Golden Power. Urso non esclude di attivarlo, qualora gli interessi strategici nazionali risultassero a rischio. La misura potrebbe bloccare o condizionare l’acquisizione di Iveco da parte di soggetti esteri, come già accaduto in altri casi.
Lega attacca le opposizioni: “Ora chiedono il Golden Power, ma su Stellantis tacquero”
Durante il dibattito, i deputati leghisti Andrea Dara e Simona Bordonali hanno lanciato un affondo politico. “Oggi l’opposizione invoca il Golden Power – hanno detto – ma quando si trattò di Stellantis scelsero il silenzio. Serve coerenza, soprattutto se in gioco c’è il futuro dell’industria italiana”. Per la verità la richiesta, oltre che dalle opposizioni è stata richiesta dai sindacati, con Fim-Fiom-Uilm in testa a chiedere anche un intervengo dello Stato italiano nella proprietà di Iveco.
Ora l’attenzione si sposta a settembre, quando il Governo dovrà passare dalle parole ai fatti, con garanzie vere per i lavoratori Iveco e per la tenuta del tessuto industriale italiano.


