Con la prossima Manovra di bilancio, il governo torna a discutere di pensioni e, in particolare, dell’aumento di tre mesi dell’età pensionabile previsto per il 2027. Si tratta di un meccanismo automatico introdotto prima dalla manovra Tremonti-Sacconi e poi confermato dalla legge Fornero, che adegua i requisiti di uscita dal lavoro all’aumento della speranza di vita rilevato dall’Istat.
Se la norma non verrà modificata, dal 1° gennaio 2027 la pensione di vecchiaia scatterà a 67 anni e 3 mesi (invece degli attuali 67), mentre per la pensione anticipata serviranno 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne.
Il governo, però, starebbe valutando la possibilità di bloccare o limitare questo incremento attraverso un intervento in Manovra. L’obiettivo è tutelare alcune categorie di lavoratori, ma il vero nodo resta quello delle risorse economiche: un blocco totale, infatti, avrebbe costi molto elevati per i conti pubblici.
Le ipotesi allo studio e le difficoltà
All’inizio si era pensato a un blocco generalizzato, esteso a tutti coloro che si avvicinano alla pensione, ma l’ipotesi appare ormai difficile da sostenere. Si fa invece strada un blocco selettivo, destinato a categorie più deboli o svantaggiate, come i lavoratori precoci e quelli impiegati in attività usuranti.
L’aumento, oltre all’età anagrafica, incide anche sull’anzianità contributiva: di fatto, chi è prossimo alla pensione rischia di dover lavorare più a lungo e versare più contributi.
Un equilibrio tra sostenibilità e tutela dei lavoratori
Il problema centrale resta quello della sostenibilità del sistema previdenziale. Più persone rimangono al lavoro, più il sistema è stabile. Negli ultimi anni, però, l’ampio ricorso a misure di uscita anticipata ha reso il sistema più fragile.
Per evitare nuovi squilibri, MetalmeccaniciNews.it consiglia di monitorare costantemente i propri contributi e, dove possibile, valutare forme di previdenza complementare. Costruire oggi una posizione contributiva solida è essenziale per non trovarsi con pensioni troppo basse in futuro.


