Il rinnovo del CCNL Federmeccanica e Assistal entra nella fase più delicata (il prossimo incontro è il 6 ottobre), con un nodo centrale che unisce le sigle sindacali: il rischio del drenaggio fiscale. I sindacati temono che gli aumenti salariali ottenuti al tavolo di trattativa si rivelino solo nominali, erosi dalle imposte e dal progressivo azzeramento del taglio sul cuneo fiscale.
La Fiom-Cgil, per voce del segretario generale Michele De Palma, è tornata a chiedere un intervento diretto del governo. Le sue parole, pronunciate in un’intervista a Il Fatto Quotidiano, sono chiare:
“Penso che il governo debba intervenire per favorire un accordo introducendo la detassazione degli aumenti, altrimenti noi contrattiamo ma poi finiscono in drenaggio fiscale”.
Una frase che sintetizza il rischio di un effetto paradossale: contrattare aumenti che, una volta applicate le aliquote fiscali, producono benefici minimi o addirittura nulli in busta paga.
Senza risposte dal governo, penalità doppia per i lavoratori
Il tema non è nuovo. Già a fine giugno, durante un incontro al Ministero del Lavoro, il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, aveva sollevato la questione direttamente alla ministra Marina Calderone, alla presenza di Federmeccanica e Assistal. Sottolineando che tale intervento sarebbe stato utile per sbloccare le trattative. Ma, anche in quell’occasione, non arrivò alcuna risposta.
Per i sindacati, la mancata detassazione degli aumenti comporterebbe una penalità doppia: da un lato, ogni euro in più verrebbe tassato; dall’altro, la crescita della retribuzione lorda provocherebbe una riduzione progressiva del Bonus contributivo derivante dal taglio del cuneo fiscale.
Drenaggio fiscale e taglio del cuneo: effetto combinato sulla busta paga
Il cosiddetto fiscal drag, o drenaggio fiscale, agisce silenziosamente: all’aumentare del reddito, si sale di scaglione e si pagano più tasse. Contemporaneamente, il bonus sul cuneo fiscale si riduce o si azzera, vanificando parte degli aumenti.
È per questo che i sindacati chiedono una detassazione strutturale degli incrementi contrattuali, per evitare che il rinnovo si trasformi in un gioco a somma zero. Come nel caso delle Buste paga di settembre 2025 relative ai lavoratori a cui si applica il CCNL Unionmeccanica Confapi: l’aumento sarà eroso da drenaggio fiscale. Per i dettagli clicca qui.


